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IL CARDINALE ZEN PARLA DEL SINODO DEI VESCOVI, 2

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Nel primo intervento, il card. Zen ha parlato del documento della Commissione teologica internazionale “La sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa”. In questo secondo intervento, il card. Zen parla dell’atteggiamento di certi teologi che, pur avendo partecipato attivamente al Concilio Vaticano II, hanno ritenuto che la loro posizione non fosse stata pienamente accettata e hanno quindi iniziato a diffondere la propria lettura del Concilio, influenzando ampi settori della Chiesa. Un esempio, tanto eloquente quanto negativo, è quello del “Catechismo olandese” e della Chiesa dei Paesi Bassi, e del forte calo di vocazioni e di fedeli che si continua a registrare anno dopo anno. È la conseguenza dell’abuso o della sbagliata interpretazione sulla sinodalità, quando chi deve governare non lo fa e chi non deve governare si alza a governare. Una Chiesa pienamente democratica cesserebbe di essere la Chiesa fondata da Gesù Cristo. Oggi si dice che il “clericalismo” è il principale ostacolo alla sinodalità, che colpisce tutta la Chiesa. Ma questa diagnosi è corretta? I fatti dimostrano che no, il problema principale della Chiesa oggi è la mancanza di fedeltà alla tradizione e l’eccessiva democratizzazione. In realtà, non c’è clericalismo più grande che spingere i fedeli in posti di goberno nella Chiesa, facendo loro dimenticare il centro della loro vocazione, santificarsi nel mondo e santificare il mondo. Un altro esempio negativo è l’attuale Chiesa tedesca e il suo “cammino sinodale”, che ha già portato a conseguenze molto gravi. La “via sinodale” tedesca è frutto di una visione totalmente secolarizzata, in cui non si vede la presenza dello Spirito Santo. E tutti questi malintesi sono stati in qualche modo causati e favoriti da espressioni troppo estreme dell’instrumentum laboris che è arrivato dalla Santa Sede per il Sinodo sulla sinodalità. È necessario pregare per la formazione dei sacerdoti nei seminari e per la fedeltà di ciascuno alla propria vocazione e al proprio ruolo all’interno della Chiesa, affinché i fedeli partecipino attivamente, e i pastori reggano e guidino il gregge.

P. Pablo Trollano IVE

TRASCRIZIONE

Cari amici, nella nostra ultima conferenza abbiamo introdotto l’attuale sinodo il cui tema è proprio la “sinodalità”, e presentiamo anche un documento molto importante, “La sinodalità nella Chiesa”; il documento preparatorio della Curia romana lo riporta all’inizio, il che dimostra che è molto importante. Questo documento spiega cosa sia la “sinodalità”, la cui traduzione in cinese è “共議同行”, in inglese è “synodality”. “Sinodalità” è un sostantivo astratto, significa uno spirito (astratto), è dunque lo spirito della sinodalità, anche se lo spirituale (astratto) è difficile da afferrare.

La sinodalità deve avere un modello, la sua forma può essere vista nella storia della Chiesa: il primo Concilio Ecumenico di Gerusalemme è esemplare in questo senso. Ci sono dei concili ecumenici, ci sono anche Consigli episcopali regionali, e ci sono anche Sinodi di vescovi e sacerdoti. Un esempio eccellente è rappresentato da, come detto la volta scorsa, il Concilio di Trento. Era un momento molto critico, la Chiesa aveva un grande bisogno di rinnovamento, è stato molto grande e durò per molti anni, più grande persino del Vaticano II, perché è passato attraverso tre papi, -il C. Vaticano II ha attraversato solo due papi-, è stato un lavoro molto duro e impegnativo ma, alla fine, si può dire che Dio ha usato questo modo per salvare la Chiesa, rinnovandola veramente.

In relazione alla nozione di “sinodalità”, il Concilio Vaticano II ha parlato molto chiaramente, perché il tema del Concilio era proprio la Chiesa. Già nel 1º capitolo della Lumen Gentium indica cosa è la Chiesa: la Chiesa è la presenza di Dio, -non ci sono solo uomini e donne- ma è la presenza di Dio. Il 2° capitolo parla del “Popolo di Dio”, Dio vuole che tutta l’umanità diventi un unico popolo, che lo segua e l’ubbidisca. In passato, si pensava forse che la Chiesa era solo il vescovo e il tempio, non è così, deve essere il popolo di Dio. È solo nel 3° capitolo (della Lumen Gentium) che inizia a parlare del Vescovo. Pertanto, il Concilio Vaticano II afferma che è lo Spirito Santo a guidare la Chiesa, distinguendo due livelli, dall’alto verso il basso, e dal basso verso l’alto. Dall’alto verso il basso, attraverso la gerarchia dell’ordine sacro, il Papa, i Vescovi e i sacerdoti che li assistono; dal basso tutti i fedeli laici che possiedono l’ufficio sacerdotale e profetico, quindi tutti devono partecipare attivamente, questo è molto chiaro.

Continuiamo il nostro discorso di oggi. La verità è molto preziosa, ma l’uomo è incline a spingersi agli estremi, a volte troppo a sinistra, a volte troppo a destra, bisogna stare attenti, bisogna stare nel giusto mezzo. Il Concilio Vaticano II fu convocato da Papa Giovanni XXIII e da Papa Paolo VI. All’inizio ero pieno di speranza, È stato un processo molto difficile, ma si è concluso con successo. Il nome di Papa Giovanni Paolo I è molto interessante, Giovanni e Paolo, un nome doppio, esprimeva che lui voleva seguire la linea di Giovanni XXIII e Paolo VI, Purtroppo è morto poco dopo. Papa Giovanni Paolo II ha detto: userò anche io questo nome, Giovanni Paolo II, li seguirò anch’io, non ho un cammino proprio, ma il Concilio è il mio cammino. E così nella Chiesa è stato dato questo indirizzo molto corretto.

Ma questo non è necessariamente il caso di altre persone nella Chiesa. Alcuni teologi, nonostante il loro contributo al Concilio, tuttavia, alla fine del Concilio, sentivano che il loro pensiero non era stato pienamente accettato, e così se ne andarono per la loro strada. Mi dispiace dover fare degli esempi concreti. L’esempio più noto: parliamo dell’esperienza olandese e l’esperienza della Chiesa tedesca oggi.

Guardiamo all’esperienza della Chiesa cattolica olandese. Al Concilio Vaticano II alcuni noti teologi dei Paesi Bassi hanno partecipato al Concilio accompagnando i loro vescovi, e hanno svolto un ruolo importante. Ma il Concilio non è deciso dai teologi, sono i vescovi che, dopo aver ascoltato i teologi e dopo una discussione dettagliata di tutti, approvano il documento finale a maggioranza assoluta. Pertanto, per quanto riguarda il Concilio non dobbiamo ascoltare ciò che dicono quei teologi; per conoscere gli insegnamenti del Concilio Vaticano II bisogna leggere i documenti del Concilio stesso.

Ebbene, quei teologi, dopo aver partecipato al Concilio, sentivano che le loro voci non c’erano state pienamente accolte, e quindi hanno continuato a pubblicizzare la propria posizione. L’Olanda, molto rapidamente, pubblicò il suo “Catechismo olandese”, poco dopo la conclusione del Concilio nel 1966 l’avevano già pubblicato. All’epoca fu un bestseller, perché in molte parti non era ortodosso, ma proponeva una teologia nuova. La Santa Sede, ovviamente, era molto preoccupata, a quel tempo, Papa Paolo VI ritenne necessario fare una correzione, ma non l’hanno corretto. Con il sostegno di questi teologi il Consiglio Pastorale Nazionale dei Paesi Bassi era molto potente, e hanno tenuto una riunione nel 1970, invitando i vescovi a partecipare. I Vescovi sapevano già che volevano sfidarli, dicevano che la Chiesa deve essere democratica, che tutti insieme governino la Chiesa. Prima di ciò, i vescovi opponevano resistenza, perché ritenevano che la Chiesa dovesse essere governata dal vescovo. Chi si sarebbe aspettato che i vescovi, presenti all’incontro, davanti alla folla di teologi e di laici hanno detto: “va bene, allora governiamo insieme”, e così capitolarono. È stato un grande fallimento.

È giusto dire che, da quell’anno in poi, la Chiesa in Olanda iniziò a declinare. Tradizionalmente, in Olanda c’erano più protestanti che cattolici, ma negli anni ’60 e ’70, cioè nel periodo del Concilio, nei Paesi Bassi c’erano più cattolici che protestanti. Il numero di cattolici a quel tempo era del 40% della popolazione del Paese, da quel momento in poi, il numero dei cattolici è andato progressivamente diminuendo. Papa Giovanni Paolo II era preoccupato per questo, nel 1979 si recò nei Paesi Bassi per convocare un Sinodo dei Vescovi, i risultati non sono stati molto soddisfacenti, ma ha fatto tutto il possibile. Voleva visitare nuovamente i Paesi Bassi nel 1985, ha ricevuto l’opposizione di molti, ma alla fine è andato. Comunque, prima della visita del Papa, una grande controversia sorse nella Chiesa olandese, si è tenuta una grande riunione, anche da quel giorno è nato un movimento chiamato “movimento 8 maggio” contro la visita del Papa nei Paesi Bassi. Nel 2014, Papa Francesco ha inteso anche per visitare i Paesi Bassi, i vescovi locali hanno consigliato al Papa di non andare, dicendo che, non è che non volessero riceverlo, ma che erano preoccupati per lo scarso interesse degli olandesi per la visita del Papa. Che tristezza!

Al momento del Concilio, i cattolici nei Paesi Bassi erano il 40%, nel 2003, era sceso al 30%, che è sceso al 22% nel 2015, e da allora è diminuito ogni anno. I cattolici registrati sono una cosa, ma un’altra cosa sono i fedeli che vanno effettivamente in chiesa. Nel 2006, ad esempio, il numero dei fedeli era circa il 20% della popolazione, ma solo l’1,2% andava a Messa, a causa di ciò, molte chiese hanno chiuso, alcuni sono stati trasformati in ristoranti, altri in centri commerciali. Davvero triste.

Ma la cosa più importante è chiedere: cosa c’è della fede di questi fedeli? Ci sono i numeri delle statistiche, secondo le statistiche del 2015, solo il 13% dei fedeli crede nel Paradiso, il 17% crede in un Dio personale, coloro che credono che Gesù è il Figlio di Dio, o inviato da Dio, sono inferiori al 50%, cioè meno della metà, quindi la fede si sta indebolendo. Di tanto in tanto, naturalmente, un vescovo si alza, e non segue questa tendenza, ma sono i pochi. Quindi, al momento la Chiesa cattolica nei Paesi Bassi è quasi scomparsa, le chiese non sono aperte nei giorni feriali, il numero di chiese è già ridotto, e non sono aperte, aprono solo la domenica. Questo riflette chiaramente che se una chiesa non segue il piano di Dio è destinata al fallimento. È un esempio negativo, spero che noi ci teniamo al giusto mezzo, da una parte, lo spirito di partecipazione, camminare insieme sinodalmente, ma è anche necessario accettare il regime dell’ordine sacro. È un’esperienza a cui dobbiamo prestare attenzione.

Questo è un esempio. Ora, perché voglio mettere in discussione queste circostanze negative? Perché, a proposito dei documenti venutici dalla Curia romana, credo che dalla direzione per l’implementazione di questo Sinodo è possibile che ci siano alcuni pericoli, perché vedo che alcune espressioni sono molto estreme. Il documento afferma che la “sinodalità” è, ovviamente, l’essenza della Chiesa, ed è sempre stato così. Ma, oggi all’interno della Chiesa c’è l’opinione che sono sorti degli ostacoli contro la sinodalità, e tutta la Chiesa deve affrontare questo problema che la influisce così profondamente, cosa la influisce così profondamente? il clericalismo! Papa Francesco ha fatto più volte riferimento al clericalismo, ha detto che dobbiamo liberarci della cultura del clericalismo, che è come una zavorra del passato.

Riconosciamo che in passato ci può essere stato del clericalismo nella Chiesa. Infatti, è la tendenza di chi esercita l’autorità ad abusarne. Ma, all’interno della Chiesa c’è in realtà questo pericolo? A quanto pare, non c’è, il pericolo attuale è l’eccessiva democratizzazione.

Guardandoci intorno, esiste davvero il clericalismo? Credo che i fedeli d’oggi non tollererebbe il clericalismo, ora siamo tutti molto più informati, anche la conoscenza sulla Chiesa è cresciuta, ecco perché penso che ci sia un’eccessiva enfasi sul clericalismo, si dice addirittura che gli abusi sessuali siano dovuti al clericalismo. L’abuso sessuale è commesso da una persona in posizione di autorità nei confronti di un subordinato, ma questa situazione non è particolarmente grave nella Chiesa, in realtà, esiste più nelle famiglie, dove le persone in posizione di autorità abusano del loro potere, un superiore abusa di un subordinato. Dire che il problema più grande della Chiesa oggi è il clericalismo, questo non è necessariamente la realtà.

L’esempio dei Paesi Bassi dimostra che la situazione attuale è molto pericolosa, la stessa situazione si è verificata in Germania. Negli ultimi anni hanno iniziato a promuovere il cosiddetto “cammino sinodale”, ma il suo “cammino sinodale” vuole una democrazia assoluta, i laici pretendono la stessa autorità del vescovo, di votare insieme sugli affari della Chiesa. Le questioni su cui hanno votato sono tutte molto radicali, per esempio, che le donne debbano avere accesso al sacerdozio, -Papa Giovanni Paolo II si è già opposto, e la Chiesa ne ha discusso più volte, sempre in disaccordo, quindi non è che non sia stato mai discusso prima; in secondo luogo, ritengono che, per scegliere dei vescovi i fedeli dovrebbero avere più peso, cioè, i vescovi dovrebbero essere eletti dai fedeli. -neanche questo è corretto, i vescovi vengono nominati dal Papa-; le unioni omosessuali dovrebbero essere benedette dalla Chiesa; la condotta omosessuale non deve essere considerata peccato; la Chiesa dovrebbe riesaminare la morale; inoltre, come suggerito dal Sinodo della Amazonia, se non ci sono abbastanza sacerdoti, quelli che sono stati sposati da anni e hanno dato prova di virtù, possono anche diventare sacerdoti; all’interno della Chiesa le coppie che non seguono le norme della Chiesa non devono essere discriminate, o quelli che sono favorevoli all’omosessualità pure; non ci si dovrebbe, a causa dello stato maritale irregolare; o a causa di dichiarazioni errate, di licenziarli o di non impiegarli nella Chiesa. Che affermazioni terribili! E il Papa lo sa, Papa Francesco ha detto che è bene che se ne dibatta, ma io non riesco a vedere la presenza dello Spirito Santo nel cammino sinodale della Germania, sembra essere una visione completamente mondana.

Eppure il sinodo dei vescovi ha usato la stessa parola, “sinodalità” -la “sinodalità” stessa è un’ottima nozione-, tuttavia, se ne può abusare. Coloro che stanno conducendo questo Sinodo nella Santa Sede, rispetteranno o meno la tradizione della Chiesa? vorranno o non vorranno sollevarsi in rivoluzione? L’anticlericalismo portato all’estremo è molto pericoloso, perché se chi dovrebbe governare non lo fa, allora coloro che non dovrebbero governare s’alzeranno per governare, e questo è un grande pericolo. Ora, la Santa Sede ci ha chiamati a camminare “sinodalmente”, e questo è molto corretto, la Chiesa è stata fin dall’inizio una Chiesa “sinodale” fino al recente Concilio Ecumenico tutto è stato “sinodale”, ma, se fosse assolutamente democratizzata, cesserebbe di essere la Chiesa cattolica.

Non so se sia giusto dirla così: “La Chiesa cattolica non è un’istituzione democratica, ma ha lo spirito della partecipazione”, perché affermiamo che il popolo di Dio è anche sacerdote, è anche profeta, ma c’è un altro sacerdozio ministeriale, con i successori degli Apostoli che presiedono la Chiesa.

Dicendo questo, sembra sto gettando acqua fredda, non è così, bisogna essere attenti, evitare questi pericoli, perché l’influenza che proviene da lì può essere negativa. I nostri semplici fedeli forse non ci vedano nulla di inappropriato, ma io sono un po’ preoccupato per questi commenti, per esempio, sull’anticlericalismo. Se il clericalismo è sbagliato, neanche l’anticlericalismo è giusto. Il clericalismo è l’egemonia del sacerdozio, ma l’anticlericalismo significa che non c’è sacerdozio, che siamo tutti uguali, e questo non è vero. Esiste una gerarchia all’interno della Chiesa, i successori degli Apostoli, lo Spirito Santo ha dato loro l’ordine, chiamandoli a presiedere i laici, e i fedeli devono partecipare e dare la loro opinione con entusiasmo.

È molto importante sapere cosa sta succedendo nella Chiesa, è possibile che molti fedeli non lo sappiano, ad esempio, ciò che sta accadendo in Germania. Ci sono molte cose che i fedeli dovrebbero sapere. Dobbiamo essere umili e ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Il clero non deve essere autoritario, ma neanche i laici devono essere anticlericali. Dobbiamo sottometterci al regime che Dio ci ha dato, e promuovere lo spirito che Dio ci ha dato, è uno spirito di partecipazione, tutti dovrebbero partecipare attivamente, partecipare, unirsi, avendo come fine ultima l’apostolato. In mezzo alle difficoltà, la predicazione ha dato i suoi frutti, e ogni anno vengono battezzate molte persone.

L’argomento di oggi si aggiunge a quanto detto la volta scorsa, la “sinodalità” è molto importante, è l’essenza della Chiesa, senza dubbio, Ma come si porta avanti? c’è una guida che presiede, e coloro che lo seguono hanno un’organizzazione all’interno del gruppo, non è anarchia. Se coloro che Gesù ha scelto per governare la Chiesa non governano, ci sarà confusione e caos, e coloro che non dovrebbero governare s’alzeranno a governare.

Per questo, dobbiamo chiedere Dio una buona formazione per i nostri sacerdoti in seminario, che i sacerdoti e i vescovi non cerchino i propri interessi, ma cerchino la volontà di Dio, e quindi cammineremmo tutti insieme. Solo allora, non solo continueremo a esistere, ma anche più persone cammineranno insieme a noi, affinché tutti possano conoscere gli insegnamenti di Gesù, affinché tutti possano godere dei sacramenti della Chiesa. Che in mezzo a un mondo difficile, possiamo marciare nella giusta direzione, e camminare sulla via della felicità eterna.

(Selezione e traduzione di P. Pablo Trollano IVE)

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